L’Esempio delle Colleghe nell’influenzare le scelte delle Mamme sul congedo parentale
lunedì 16/06/2025
Uno studio condotto da tre economisti della Banca d’Italia – Davide Dottori, Francesca Modena e Giulia Tanzi – ha analizzato un aspetto forse sottovalutato ma molto importante riguardante le decisioni delle madri lavoratrici: quanto conta l’esempio delle colleghe quando si sceglie se prendere o meno il congedo parentale?
Cos’è il congedo parentale?
Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro, parzialmente retribuito, che può essere richiesto da uno dei genitori dopo la nascita di un figlio. È pensato per favorire la conciliazione tra impegni familiari e lavorativi.
Cosa ha cambiato la riforma del 2015?
Nel 2015, in Italia, una riforma ha esteso da 3 a 6 anni l’età del bambino entro la quale è possibile richiedere il congedo retribuito. Non sono aumentati i giorni complessivi a disposizione, ma è stata introdotta una maggiore flessibilità, permettendo ai genitori di scegliere più liberamente quando utilizzare il congedo. In pratica, è diventato più facile adattare il congedo alle proprie esigenze personali e familiari.
Cosa ha scoperto la ricerca?
I ricercatori hanno utilizzato un database molto ampio che collega lavoratori e aziende, concentrandosi su un campione di imprese italiane con almeno 20 addetti. Hanno osservato cosa succedeva alle decisioni delle madri lavoratrici in base a quante delle colleghe avevano utilizzato il congedo in precedenza.
Ecco cosa è emerso:
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La riforma ha aumentato la probabilità che una lavoratrice faccia uso del congedo parentale. Questo suggerisce come una maggiore flessibilità fosse effettivamente richiesta e la riforma abbia reso il congedo più accessibile.
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L’influenza delle colleghe è reale. Sfruttando l’incremento nell’uso del congedo parentale indotto dalla riforma, la ricerca ha mostrato come le madri con una quota maggiore di colleghe utilizzatrici dello strumento siano state a loro volta più propense a fare la stessa scelta. Se, ad esempio, il 10% in più delle colleghe usava il congedo dopo la riforma, la probabilità che una madre decidesse di usarlo aumentava del 2,4% a parità di altre condizioni.
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Congedo al posto del part-time. Le madri che, seguendo l’esempio delle colleghe, erano più propense a prendere il congedo erano anche meno frequentemente in part-time, suggerendo che il congedo abbia attenuato le necessità di ricorrere al part-time per contemperare le esigenze lavorative con quelle familiari. Questo è importante perché nel lungo periodo il part-time comporta minori redditi (da lavoro e pensionistici). Usare il congedo può quindi aiutare a mantenere condizioni lavorative più stabili e vantaggiose.
Perché è importante?
Questi risultati ci dicono che il comportamento degli altri – in particolare dei colleghi – ha un peso reale nelle scelte individuali. In ambito lavorativo, vedere altre madri che usano il congedo può ridurre le paure e l’incertezza su come sarà percepita questa decisione nel proprio ambiente di lavoro (anche da parte del datore di lavoro). La ricerca mostra che questo effetto è più forte tra le lavoratrici più giovani o con meno esperienza.
Conclusione
In sintesi, lo studio mostra che per incoraggiare l’uso di strumenti a sostegno delle famiglie, come il congedo parentale, non basta solo offrire l’opzione. Bisogna anche tenere conto del ruolo delle interazioni sociali e di quanto conta l’esempio degli altri. Le politiche pubbliche, se ben progettate, possono creare un “circolo virtuoso”: più persone le usano, più diventano accettate e diffuse.
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