Prudenti come serpenti di Lola Shoneyin #mondidelledonne
lunedì 12/05/2025
Prudenti come serpenti di Lola Shoneyin #mondidelledonne
Segnalazione di Letizia Leli
Nel 1999 Bolanle, una giovane laureata nigeriana, figlia di una famiglia abbiente e liberale, decide di sposare, Baba Segi, un ricco uomo di mezza età, tradizionalista e poligamo, divenendone la quarta moglie. Una scelta fatta per celare un dramma personale che la giovane non ha condiviso con la propria famiglia e che finisce con il sovvertire le sue priorità, facendole compiere una scelta apparentemente incomprensibile.
Così dalla città di Nairobi, Bolanle si trasferisce in un contesto di campagna, sperando di essere accolta dalla nuova famiglia, ma la sua cultura finisce con il farla avvertire come un corpo estraneo dalle altre mogli che esclamano: «Quando ci ritroveremo innanzi a Dio nell’ultimo giorno, ci chiederà se siamo andate all’università? No! Ma vorrà sapere se siamo state prudenti come serpenti, perché è così che la Bibbia ci chiede di essere».
In una società tradizionalista, in cui la virilità maschile è attesta dalla moltitudine dei figli e il valore femminile è legato alla maternità, le donne sono identificate con il nome del loro primogenito. Tra le righe della narrazione emergono le immagini di donne silenziose, che sistemano misere bancarelle «con bambini addormentati sulla schiena», e la prassi comune dello stupro delle adolescenti, tra uomini ubriachi, stregoni, baracche, posti di blocco improvvisati, linciaggi e cimiteri in cui le fosse poco profonde sono razziate dai cani.
In questo contesto vivono le tre mogli di Baba Segi (Iya Segi, Iya Tope, Iya Femi), tre donne analfabete, con caratteri e storie profondamente diverse tra loro ma tutte accomunate da un passato di miseria e da un matrimonio che, pur nei suoi limiti, ha offerto loro una qualche forma di riscatto sociale. L’arrivo della giovane laureata tuttavia sconvolge gli equilibri della casa, e quando dopo due anni Bolanle non è ancora incinta e viene portata all’ospedale per accertamenti, inizia a riemergere un segreto gelosamente custodito dalle altre mogli, spingendole a cercare di liberarsi della giovane donna in ogni modo, passando dal voodoo al veleno.
Un finale amaro, sorprendente, liberatorio che segnerà un nuovo inizio per tutti i membri della famiglia. Come raccontava Michela Murgia, commentando questo romanzo, nei regimi di oppressione «a volte basta che uno solo dica di no perché vengano giù tutte le mura in modo più semplice di quanto non si potrebbe pensare standoci dentro in silenzio».
“Segnalazione di Letizia Leli
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