Quando le studentesse eccellenti fanno la differenza.. per i compagni e le compagne di corso!


Due ricercatrici della Banca d’Italia – Francesca Modena e Giulia Martina Tanzi, insieme a Enrico Rettore dell’Università di Padova – hanno studiato come all’università la presenza di compagne di corso particolarmente brave possa influenzare i risultati universitari degli altri studenti. 

Di cosa si tratta?

Lo studio si è concentrato sugli studenti di età compresa tra i 18 e i 20 anni, iscritti per la prima volta ad un ateneo italiano nel periodo 2006-2014 e sul loro rendimento scolastico durante il primo anno universitario. Il rendimento è stato misurato guardando sia i risultati del primo anno (come il numero di crediti ottenuti e i voti medi), sia l’esito finale (la probabilità di laurearsi e il voto di laurea). Per identificare gli studenti eccellenti, su cui si basa lo studio, i ricercatori hanno preso in esame il voto finale ottenuto nella scuola secondaria.

Perché questa ricerca è interessante?

Nelle ipotesi iniziali due erano i possibili effetti attesi. Immaginatevi di essere in aula circondato da studenti molto preparati. Da un lato, potresti sentirti motivato a lavorare di più per stare al passo con colleghi e potresti beneficiare delle capacità e delle competenze dei compagni attraverso la loro partecipazione alle lezioni o a sessioni di studio comuni. Dall’altro, potresti scoraggiarti pensando di non essere “all’altezza”. Questi effetti possono essere diversi tra uomini e donne, anche per motivi psicologici: ad esempio, le ricerche mostrano che uomini e donne reagiscono diversamente alla competizione e hanno diversi livelli di autostima. La letteratura sul tema ha evidenziato, infatti, che le donne sembrano essere più avverse al rischio e generalmente hanno prestazioni inferiori in ambienti competitivi, mostrando un minor grado di fiducia in sé stesse e nelle proprie capacità.

Cosa si è scoperto?

  1. Avere compagni bravi aiuta. In generale, essere circondati da studenti bravi migliora le performance individuali. Si ottengono più crediti agli esami, voti più alti e ci sono maggiori probabilità di laurearsi. Ciò è in linea con altri lavori in letteratura che hanno rilevato che, in un contesto accademico, gli studenti beneficiano della presenza di compagni con elevate abilità.
  2. Ma il genere conta. L’effetto positivo è più forte quando lo studente e il compagno brillante sono dello stesso sesso. In altre parole, una studentessa tende a migliorare di più se in classe ci sono altre studentesse molto brave. Questo sembra legato al cosiddetto “effetto modello”: vedere qualcuno simile a sé che ha successo rafforza la fiducia in sé stessi e spinge a impegnarsi di più.
  3. Asimmetria nei benefici. Emerge anche un’interessante differenza nel modo in cui i maschi e le femmine reagiscono alla presenza di compagni brillanti del sesso opposto, che è forse uno degli elementi più interessanti dello studio:

 

Quali sono le implicazioni?

Lo studio offre spunti importanti per chi lavora nell’ambito della formazione universitaria: