Consigli di lettura per l’estate: ‘Liberati della brava bambina’ di Maura Gancitano e Andrea Colamedici


La riflessione sul ‘cammino delle donne’ mi richiama alla mente una recente lettura, ‘Liberati della brava bambina’ di Maura Gancitano e Andrea Colamedici (ed. HarperCollins). Ho deciso di leggere questo libro dopo la presentazione della relazione della Commissione Paritetica per le pari opportunità (CPO), lo scorso 21 aprile, presentazione alla quale è intervenuta appunto Maura Gancitano. In quell’occasione, la scrittrice, partendo dalle storie delle grandi figure femminili dell’antichità, ha fornito spunti di riflessione su diversità e inclusione, come fonti di fioritura e innovazione. Incuriosita da queste prime considerazioni, ho poi deciso di approfondire la questione leggendo il libro, una raccolta di otto storie, che spaziano dal mito alla contemporaneità. L’ipotesi di fondo è che la ragione per cui Lei sente un’insoddisfazione bruciante ha le radici in una lunga storia di sottomissione e silenzio. Anche se non l’ha vissuta in prima persona porta dentro di sé la memoria di tutto quello che le altre donne hanno subìto nel corso della storia a causa del proprio bisogno di essere libere e realizzare sé stesse. Secondo l’autrice, le paure singolari derivano direttamente da questo ricordo, invisibile ma minaccioso. La paura di essere tradita, la paura di essere caricata di pesi infiniti sulle spalle, la paura che le venga detto che deve tornare al suo posto. Il libro è il racconto del viaggio di Lei, che vuole impegnarsi per creare una società nuova dove venga considerata, prima di tutto, un essere umano. Il primo passo è smettere di fare finta che il problema non esiste; il secondo è abbandonare le distrazioni per allontanarlo (lo shopping, un hobby…). Il terzo passo è rendersi conto di quale sia la condizione della donna nella nostra società. Il libro dunque propone un percorso di fioritura personale attraverso la rinarrazione della storia delle donne. In quest’ottica, è limitante lottare esclusivamente per portare le donne al potere. Dobbiamo impegnarci per trasformare questa cultura, partendo dall’equità di trattamento linguistico, lavorativo e sociale, ma puntando ben più lontano. La rinarrazione può aiutare a far emergere tutto ciò che fino a questo momento è stato rimosso, contribuendo in modo tangibile a creare una società in cui le persone abbiano accesso agli stessi diritti senza essere discriminate in base al genere. In quest’ottica, la resistenza culturale all’affermazione del genere femminile non danneggia solo le donne. Danneggia tutti. Priva la società di preziose risorse, sensibilità e creatività. La rimozione degli ostacoli alla realizzazione piena delle donne: questa è la sfida del nostro tempo. Daniela Appignanesi