Il potere della parità tra i sessi: benefici economici su scala mondiale


Il superamento delle disuguaglianze tra uomo e donna non è solo moralmente doveroso, ma conviene anche da un punto di vista economico.

Lo conferma una nuova analisi della società di consulenza McKinsey appena pubblicata, con un titolo che non lascia dubbi "The power of parity: How advancing women’s equality can add $12 trillion to global growth".

Se tutti i Paesi nel mondo si adeguassero anche solo agli standard dei migliori fra loro in termini di parità di genere, il beneficio che si otterrebbe nel mondo in dieci anni sarebbe pari a 12 trilioni di dollari, quindi quasi 11 trilioni di euro di aumento del PIL, "praticamente pari alla somma del PIL attuale di Germania, Giappone e Regno Unito".

Gli scenari illustrati nel report si spingono fino all'utopistica condizione di un mondo con una perfetta uguaglianza tra uomo e donna. In questo caso il PIL salirebbe a 28 trilioni di dollari, ovvero circa 25 trilioni di euro. "Pressapoco come le economie di Cina e Stati Uniti combinate assieme".

Sono numeri impressionanti che dimostrano come il gender gap non sia solo un'ideologia ormai superata, ma anche un ostacolo al benessere di tutti, uomini compresi.

Per la realizzazione dell'analisi, il McKinsey Global Insitute (MGI) ha preso in esame 15 indicatori di uguaglianza di genere in 95 paesi, che interessano uguaglianza sul posto di lavoro, autosufficienza economica, accesso ai servizi essenziali, tutela legale, rappresentanza politica, sicurezza fisica e livello generale di autonomia. Ne è risultato che 40 di essi presentano valori alti o altissimi di inuguaglianza in almeno la metà degli indicatori.

L'Italia non si posiziona proprio benissimo, con un Gender Parity Score ben al di sotto di quello rilevato per i principali paesi europei con analogo reddito pro-capite. Spiccano i due Paesi nel report completamente agli antipodi in materia di gender gap: la Norvegia, con coefficiente maggiore di eguaglianza di genere ed il Pakistan, all'esatto opposto.

Lo scopo della ricerca era effettuare una mappatura della disuguaglianza di genere nel mondo il più completa possibile e quantificare il potenziale economico che deriverebbe dal suo superamento. I risultati parlano chiaro: ridurre il gap porterebbe ricchezza sia ai Paesi meno attenti alla tematica, sia a quelli più avanzati. Un’ultima precisazione che fuga anche gli ultimi dubbi: le stime effettuate non presuppongono un calo dell'occupazione maschile in seguito all’ingresso di un maggior numero di donne nel mondo del lavoro. Gli uomini possono stare tranquilli.